L’ANAC, acronimo di Autorità Nazionale Anticorruzione, si è costituita con il decreto legge numero 90 del 2014, trasformato in legge numero 114 del 2014. Quest’ultima ha riunito la Commissione indipendente per la valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche, nata nel 2009 con la legge Brunetta e riformata nel 2012 dalla legge Severino, con l’Autorità per la Vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, istituita nel 1994 con la legge Merloni. In particolare, la legge numero 190 del 6 novembre 2012, conosciuta anche come legge Severino, ha istituito ufficialmente l’Autorità. La stessa legge, si legge in un interessante approfondimento dell’avvocato Francesco Mollica di Roma, ha previsto non solo la sua istituzione, ma anche l’assorbimento delle competenze che erano in capo alla Commissione Indipendente per la Valutazione, la Trasparenza e l’integrità delle Amministrazioni Pubbliche (CIVIT). L’obiettivo dell’Autorità è la lotta alla corruzione, in conformità al rispetto degli obblighi previsti a livello internazionale dalla convenzione di Merida. Pertanto, l’ANAC ha il dovere di vigilare sull’integrità dell’amministrazione pubblica, occupandosi prevalentemente del controllo, della prevenzione e del contrasto della corruzione, oltre che dei fenomeni di illegalità nella pubblica amministrazione. Con il Decreto Legge numero 101 del 31 Agosto 2013, l’Autorità acquisisce una nuova denominazione, quella di Autorità Nazionale Anticorruzione e per la Valutazione e la Trasparenza delle Amministrazioni Pubbliche.
Tuttavia, il decreto legge numero 90 del 24 giugno 2014 modifica il nome dell’Autorità, che si trasforma in quello attualmente conosciuto, cioè di Autorità Nazionale Anticorruzione. Il decreto legge, inoltre, affida all’ANAC la competenza in materia di contratti pubblici, sottraendole le funzioni in tema di misurazione e valutazione delle performance, di competenza del Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri. In particolare, ci ricorda in uno scritto l’avv. Filippa Mollica, l’ANAC ha il compito di effettuare un’azione di prevenzione dalla corruzione nell’ambito delle Pubblica Amministrazione italiana, nelle società partecipate e controllate dalla Pubblica Amministrazione. L’azione dell’ANAC si esprime anche attraverso la messa in pratica di strumenti di trasparenza in tutti gli i comparti delle gestione, attraverso una continua ‘attività di vigilanza nell’ambito dei contratti pubblici, degli incarichi e in tutti i comparti della Pubblica Amministrazione, in cui c’è il rischio di sviluppare attività di corruzione. Il presidente ed i vari componenti dell’ANAC sono nominati secondo le modalità previste dall’articolo 13, comma 3 del decreto legislativo n. 150/2009.
La nomina del presidente e dei componenti avviene mediante un decreto del Presidente della Repubblica “previa deliberazione del Consiglio dei ministri, previo parere favorevole delle Commissioni parlamentari competenti espresso a maggioranza dei due terzi dei componenti. Il presidente è nominato su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, di concerto con il Ministro della giustizia e il Ministro dell’interno; i componenti sono nominati su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione”. I componenti rimangono in carica 6 anni, ma il mandato non è rinnovabile. In particolare, l’Autorità è costituita da 5 membri; una di queste figure è il Presidente. La Camera Arbitrale, disciplinata dall’articolo 242 del Codice dei Contratti Pubblici, è il suo organo ausiliario. Attuando la delibera numero 143 del 30 settembre 2014, un atto di organizzazione del 29 ottobre 2014 ha sistemato le aree di competenza e gli uffici di cui si compone l’Autorità. Esso definisce i centri di responsabilità in relazione alle funzioni istituzionale dell’ANAC. Quattro sono le aree di competenza dell’ANAC:
- indirizzo e programmazione, gestito dal Presidente;
- supporto alla missione istituzionale, pianificazione e controllo, coordinato dal Segretariato generale; vigilanza; regolazione.